Estancia Roque

Mi chiamo Maria Nunes Vieira, ho settant'anni. Da quasi sessanta curo le persone. Sono una curandera: curo i mali. Arrivano da molto lontano chiedendo di me. Una volta ho anche curato un’infermiera, sai? Curo molte trombosi, febbri, attacchi di cuore e ictus. Spesso le persone non riescono a raggiungere l’ospedale, allora vengono da me. Mi dicono che hanno molto mal di stomaco, mal di pancia, i dolori femminili: offro loro i miei composti. Vedi, coltivo tutto l’anno le piante officinali e quando è ora le colgo per le mie ricette: aglio, rosmarino, aceto, profumo, menta, artemisia, ruta, euforbia, aloe vera, purgheira.

Per curare una trombosi, ad esempio, basta cospargersi con quest’unguento prima di fare il bagno: le gambe, le braccia, il busto, tutto. Qualche minuto, più che puoi, e così ti lavi via l’aglio, il rosmarino, la ruta. Sono molte le persone che bussano alla mia porta per acquistare le mie bottiglie. Con il finocchio faccio tisane rinvigorenti, la lingua di vacca invece va bene per le infiammazioni, i mal di stomaco, le ulcere. Il tortolho serve per curare il diabete, per le infiammazioni intestinali, per tenere a bada gli zuccheri nel sangue e anche come pesticida naturale. Abbiamo tante piante endemiche qui a Fogo, conoscerle è la mia ricchezza e la metto a disposizione del prossimo.

Ho imparato questo mestiere da mia madre, e mia madre da sua madre. Sto insegnando a mia nuora a coltivare le piante officinali e come trattarle, a cosa servono, cosa possono curare. Le mie nipotine sono curiose, ma sono ancora troppo piccole e soprattutto devono andare a scuola. La mia è una vita tranquilla, la mia casa tutti sanno dov' è. I turisti? Sarà aperta anche a loro.

Credo che incontrare i turisti, accoglierli e conoscerli, sperimentare insieme: questa sia la vera ricchezza per Estancia Roque.

Mi chiamo Ñaña , ho trentasette anni e sono la presidente dell'associazione comunitaria di Estancia Roque. Cosa mi piace di più? Semplice, aiutare gli altri. Juntar maõs, diciamo qui. Un giorno arrivarono delle ceste viveri, da un negozio giù in paese. Le ceste non bastavano per tutti, allora io le presi, le svuotai e ridistribuì il contenuto: adesso sì. Questo, per me, significa essere una comunità. Successe così, mi votarono e io accettai. Ci sono molte cose nascoste qui, cose che le persone non conoscono. La nostra grotta ad esempio: ci si può entrare, scattare foto, un luogo storico. Cova Gil invece è una radura, vi sorgevano alberi da frutto alti e antichi, un terreno tanto fertile. I fagioli, poi: quelli dell'isola di Fogo sono i più buoni, piccolini e croccanti. Ci si fa una zuppa ottima che se ti fermi per cena cucino. Ricorda, fagioli Congo di Fogo.

La nostra è una comunità solidale, le persone sono amabili. Viviamo di allevamento e agricoltura, se domani qualcuno va a prendere i suoi fagioli, chiunque lo aiuti a fine giornata avrà la metà del raccolto. C'è sempre un piatto di cachupa per tutti.

Camminare sul sentiero che da Curral de Asno, all'entrata del parco, porta a Estancia Roque, e poi ancora sino a Cova Figueira ripercorrendo il Caminho bedjo, l'unico possibile prima che costruissero la strada, significa incontrare, conoscere, toccare un luogo vivo e pulsante proprio come il Vulcano che regala il nome all'isola.